Progetti PON scuola: 5 esempi che favoriscono le competenze per lo sviluppo

Studenti e studentesse in aula

Sei tra le figure impegnate nella realizzazione del cosiddetto Piano per accedere ai fondi strutturali? Allora sei nel posto giusto! Nelle righe che seguono vogliamo darti qualche idea e mostrarti alcuni esempi di progetti da inserire nei PON scuola, ovvero nei Programmi Operativi Nazionali.

Come saprai la Commissione Europea, per favorire la parità economica e sociale di tutte le regioni dell’Unione Europea e per ridurre il divario tra quelle più avanzate e le altre, finanzia una serie di attività e azioni delle quali le scuole possono beneficiare.

I fondi investiti sono chiamati Fondi strutturali e di dividono in due grandi categorie:

  • FSE, o Fondo Sociale Europeo, si tratta di un fondo che favorisce le competenze per lo sviluppo
  • FESR, o Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, un fondo che interviene a favore degli ambienti di apprendimento

I progetti che troverai in questo articolo possono essere finanziati attraverso il primo fondo citato, ovvero il Fondo Sociale Europeo. Per accedere ai finanziamenti, però, le scuole devono elaborare un Piano, ovvero un insieme di Progetti, soggetto alla valutazione dell’Autorità di Gestione dei PON.

Ricevuta l’autorizzazione, ogni scuola può avviare le procedure per realizzare il cosiddetto Piano Integrato di Istituto.

PON Scuola: i progetti che contrastano la dispersione scolastica e rafforzano le competenze di base

I PON scuola hanno diversi obiettivi riassumibili in due macro categorie:

  • Riduzione della dispersione scolastica e formativa, attraverso occasioni di incontro con l’arte, la scrittura, l’educazione alla cittadinanza attiva e alla cura dei beni comuni, ecc. 
  • Competenze di base, si tratta di potenziare abilità chiave, come la padronanza della lingua italiana, la capacità di scrittura creativa e comunicazione, il sapersi muovere con consapevolezza e spirito critico negli ambienti digitali.

Cosa portare in classe per favorire tutto ciò? Ecco 5 esempi che invitano studenti e studentesse a mettersi in gioco sui temi appena citati

Il Dizionario della gentilezza e Il Dizionario dell’inclusività

Si tratta di due percorsi, il primo dedicato alla realizzazione di un glossario per migliorare la comunicazione a scuola, il secondo rivolto ad acquisire gli strumenti necessari per una comunicazione non discriminante. Ogni giorno, infatti, siamo pervasi da un numero altissimo di messaggi, ma quanti di questi possono essere definiti gentili e inclusivi? Questi percorsi formativi sono un viaggio tra le parole e le immagini per comprenderne l’importanza.
Vuoi approfondire? Leggi i programmi cliccando qui e qui!

Progetti PON scuola esempi: il dizionario dell'inclusività e della gentilezza
Il Dizionario della Gentilezza e dell’Inclusività

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Il Manifesto della Comunicazione Gentile

Il percorso formativo si pone l’obiettivo di potenziare le competenze comunicative di studenti e studentesse attraverso il riconoscimento del ruolo fondamentale che ha l’empatia nella comprensione dell’altro e nel miglioramento delle relazioni. Possedere buone doti comunicative significa non solo conoscere le regole grammaticali, ma anche sapersi esprimere in modo chiaro, tenendo conto degli interlocutori che abbiamo di fronte e del contesto in cui avviene la comunicazione. Vuoi approfondire? Leggi il programma cliccando qui!

Progetti PON Scuola esempi: Il Manifesto della Comunicazione Gentile
Il Manifesto della Comunicazione Gentile adottato dalla nostra scuola

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Scrivere non è difficile

Il rapporto con la scrittura può essere difficile, soprattutto se affrontata con grande aspettative. Questo percorso propone di guardare lettere e parole con occhi diversi e di lasciare che la penna prenda il sopravvento. Pensieri e esperienze vissute saranno il punto da cui partire per scoprire cosa si nasconde dietro un romanzo, uno scrittore e un lettore, ma anche l’occasione per mettersi in gioco con tanti esercizi che stimolano la creatività. Vuoi approfondire? Leggi il programma cliccando qui!

Progetti PON scuola esempi: scrivere non è difficile
Scrivere non è difficile, il nostro corso per potenziare le abilità narrative

Guida alle Fake News

Riconoscere la veridicità delle informazioni che circolano in rete è difficile, ma non impossibile. Le fake news sono qualcosa di sempre esistito, ma negli ultimi anni, con la diffusione degli strumenti digitali, sono diventate uno strumento sempre più utilizzato per diffondere paure e creare conflitti. Per smascherarle occorre conoscere i meccanismi utilizzati per la loro creazione. In questo modo sarà facilissimo districarsi ed evitarne la diffusione. Vuoi approfondire? Leggi il programma cliccando qui!

Progetti PON scuola esempi: guida alle fake news
La nostra guida alle fake news realizzata da studenti e studentesse al termine di un laboratorio

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Studiare con internet e i social network

La rete e i social network possono riservare piacevoli sorprese, anche se il loro utilizzo preoccupa spesso docenti e genitori. Il corso si prefigge l’obiettivo di aiutare gli adolescenti a farne un uso consapevole e proficuo nel tempo, utilizzandoli per accrescere conoscenze e competenze. Vuoi approfondire? Leggi il programma cliccando qui!

Progetti PON scuola esempi: studiare con internet e i social network
Studiare con internet e i social network, il nostro corso per un approccio positivo ai social

Come avrai avuto modo di valutare, i PON scuola sono una vera e propria risorsa per svolgere numerose attività. Quelle che abbiamo visto finora sono, infatti, solo alcune delle proposte formative che la nostra scuola offre agli istituti scolastici. Spesso le attività possono essere progettate insieme al/alla Dirigente Scolastica (DS), al/alla Direttore/trice dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA), al/alla Facilitatore/trice e Referente per la Valutazione. Sono loro, infatti, a presentare il progetto e a seguirlo nelle fasi iniziali, elaborando i bandi di selezione delle figure professionali che successivamente si preoccuperanno di attuarlo.

Ti piacerebbe portare nella tua scuola uno dei progetti presentato in questo articolo? Hai un’idea ma non sai da dove partire?

Inviaci un’email, saremo felici di aiutarti!

Bullismo e Cyberbullismo a scuola

La Scuola di Comunicazione Gentile, nel condividere modelli e buone prassi nella gestione dei rapporti interpersonali, si trova con consuetudine a parlare di bullismo e cyberbullismo a scuola.

Un tema di grande attualità sul quale il confronto e la consapevolezza sembrano non essere mai abbastanza. Abbiamo voluto, così, ripercorrere la nascita e lo sviluppo del problema, con l’obiettivo di arrivare a delineare lo stato dell’arte anche dal punto vista legislativo, per capire a che punto siamo oggi su un argomento tanto delicato quanto pervasivo.

Un’azione che ha come fine ultimo quello di fare chiarezza, permettendo a chiunque – genitori, insegnanti e adolescenti – di conoscere e approfondire. Senza dare nulla per scontato, perché ci piace pensare che nella vita c’è sempre una prima volta.

Bullismo e Cyberbullismo: di cosa si tratta?

Partire dalla definizioni è sempre una buona abitudine, ci aiuta ad entrare nel vivo dell’argomento e ci permette di conoscere il significato attribuito a un determinato termine nella società in cui viviamo.

A dare una spiegazione di bullismo e cyberbullismo sono tantissimi: si va dai numerosi dizionari di lingua italiana ai testi accademici, riviste di settore e siti web che trattano l’argomento e temi affini. È bene ricordare, però, che a coniare il termine bullismo è stato un educatore canadese di nome Bill Belsey nel 2002. Dopo quattro anni quanto definito da Belsey fu ripreso da Peter K. Smith e dai suoi collaboratori, i quali proposero anche una definizione di cyberbullismo, coerente con quella di bullismo.

A titolo di esempio abbiamo scelto le definizioni condivise da Treccani, vocabolario online, e dal MIUR, Ministero dell’Istruzione e della Ricerca.

Secondo Treccani la parola bullismo, che deriva da bullo, delinea un preciso comportamento tipico di quest’ultimo. Le caratteristiche principali che contraddistinguono il bullo sono la spavalderia, l’arroganza e la sfrontatezza, nonché il suo atteggiamento di sopraffazione. Lo esercita sui più deboli attraverso violenze fisiche e psicologiche attuate soprattutto negli ambienti scolastici.

La definizione del MIUR, concorde con la precedente, introduce due nuovi elementi: la figura della vittima e la definizione di cyberbullismo. Se il bullismo è un fenomeno caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo – o un gruppo di bulli – su una vittima, il cyberbullismo non è altro che la manifestazione in rete di tale fenomeno.

Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche e persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico.

Quanto appreso ci mette in guardia su due aspetti in particolare: da una parte anche la scuola, istituzione dedicata alla formazione di ragazzi e ragazze dai primi anni d’età fino al raggiungimento della maturità, può diventare un luogo non sicuro; dall’altra che la diffusione della tecnologia consente ai bulli di entrare nelle case delle vittime, materializzandosi in qualunque momento della loro vita.

Le persecuzioni diventano a-temporali e vengono attuate mediante messaggi, immagini e video offensivi, condivisi in rete o inviati tramite smartphone.

Manifestazioni e caratteristiche del Bullismo a scuola

Le azioni di violenza esercitate dal bullo, o dal gruppo di bulli, nei confronti della vittima possono essere di diverso tipo. A tale proposito possiamo distinguere 4 tipologie di violenza:

  • fisica, in questo caso vi è una vera e propria azione diretta da parte del bullo sulla vittima. Sono esempi ricorrenti le bruciature di sigaretta, i tagli, i calci e i pugni, le percosse di vario genere;
  • fisica priva di contatto, dove l’obiettivo è quello di invadere e ledere lo spazio emotivo e psicologico della vittima. Quest’ultima si sente presa di mira attraverso sguardi intimidatori, occhiate, smorfie e gesti che tentano di ridicolizzarla;
  • verbale, un tipo di violenza caratterizzata dall’uso improprio della parola. Il linguaggio che il bullo utilizza nei confronti della vittima è offensivo, mettendo a rischio la sua reputazione sul piano sessuale, familiare, economico, etnico e religioso;
  • sessuale, veri e propri comportamenti che agiscono nell’intimo, facendo sentire la vittima in forte imbarazzo e a disagio. Nella sua mente ricorrono sentimenti di vergogna e fastidio.

Ad ogni modo ci sono alcune caratteristiche che permettono di classificare atteggiamenti e manifestazioni come episodi di bullismo:

  • l’intenzionalità, il bullo premedita i comportamenti aggressivi che mette in atto contro la vittima;
  • la persistenza, gli atteggiamenti di prepotenza che il bullo esercita sulla vittima solitamente si protraggono nel tempo;
  • la differenza di potere, il bullo, spesso supportato anche dai suoi compagni, è più forte della vittima che, al contrario, non è in grado di difendersi;
  • la natura sociale, gli episodi di bullismo avvengono quasi sempre alla presenza di spettatori e complici.

Le forme del Cyberbullismo

In un libro dal titolo “Il disagio adolescenziale. Tra aggressività, bullismo e cyberbullsimo”, scritto da Zbigniew Formella e Alessandro Ricci, i due autori condividono una classificazione del cyberbullismo che riportiamo nella tabella di seguito.

TIPOLOGIE DI CYBERBULLISMO
Flaming: invio di messaggi insultanti finalizzati a suscitare dispute on-lineOuting: rivelare informazioni personali e riservate riguardanti una persona
Cyber-stalking: persecuzione tramite l’invio ripetuto di minacceEsclusione: escludere intenzionalmente una vittima da un gruppo on-line
Denigrazione: pubblicazione di pettegolezzi o di immagini imbarazzanti sulla vittima, danneggiando la reputazione e i rapporti socialTrickery: spingere il soggetto, attraverso l’inganno, a rivelare informazioni spiacevoli e private per renderle successivamente pubbliche in rete
Sostituzione dell’identità: il bullo viola la password di una persona e, fingendosi lei, invia per esempio messaggi malevoli ai contatti della vittima, rovinando l’immagine abituale della vittima stessa;Harassment: molestie perpetuate tramite canali di comunicazione di massa con azioni, parole e comportamenti persistenti indirizzati verso una singola persona, che causano disagio emotivo e psichico
Happy slapping: registrare, a insaputa della vittima, video durante i quali quest’ultima subisce violenze psichiche e fisiche per poi diffonderli in rete

Possiamo osservare quanto sia vera l’affermazione “virtuale non è il contrario di reale”, elaborata e trasformata in uno dei punti del nostro Manifesto della Comunicazione Gentile.

Vogliamo invitare adolescenti e adulti a riflettere sul valore delle relazioni: reali o mediate da strumenti tecnologici, queste ultime hanno la medesima importanza. Pertanto, atteggiamenti offensivi e denigranti nei confronti dell’altro possono provocare danni concreti anche se esercitati attraverso uno smartphone o un computer.

Differenze tra Bullismo e Cyberbullismo

Come abbiamo avuto modo di notare, il cyberbullismo non è altro che una manifestazione del più ampio bullismo. Ma tra i due fenomeni esistono delle differenze sostanziali.

Le riportiamo nella tabella sottostante, condivisa anche dal MIUR.

BULLISMOCYBERBULLISMO
Il bullo è in classe, si conosceIl bullo può essere ovunque
chiunque è anonimo
le azioni di svolgono nel contesto scolastico (classe o tragitto casa-scuola e viceversa)I contenuti possono essere diffusi in tutto il mondo, 24 ore su 24
Il bullo utilizza la forza fisicaIl cyberbullo agisce virtualmente, senza bisogno di forza
Il gruppo classe e i docenti possono limitare le azioni del bulloNessuno interviene tra il bullo e la vittima
Il bullo vede le reazioni della vittima e questo potrebbe aiutarlo a cambiare atteggiamentoIl cyberbullo non ha possibilità di maturare consapevolezza delle proprie azioni

Bullismo, Cyberbullismo e legislazione

Bullismo e cyberbullismo, come già accaduto, possono portare le vittime al suicidio. In particolare la sovraesposizione mediatica, che li obbliga a fare i conti con la rappresentazione del sé in ambiti virtuali, li espone a reazioni estreme.

L’importanza di tutelare i giovani da tali fenomeni è testimoniata anche da alcuni interventi legislativi atti a contrastare fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Ricordiamo che durante l’adolescenza avviene la costruzione della propria identità, un processo fatto di scelte continue che genera preoccupazioni, paure e difficoltà.

Nello specifico è bene sapere che fino ad ora sono stati due i provvedimenti in tale direzione:

  • Legge 107/2015 “La Buona Scuola”: nell’articolo 1, comma 7 si legge prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico;
  •  Legge 71/2017 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”: nell’articolo 1 si legge la presente legge si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando l’attuazione degli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche. Inoltre, l’articolo 4 comma 2 e 3 prevedono “la promozione di un ruolo attivo degli studenti, nonché di ex studenti che abbiano già operato all’interno dell’istituto scolastico in attività di peer education, nella prevenzione e nel contrasto del cyberbullismo nelle scuole”; “Ogni istituto scolastico, nell’ambito della propria autonomia, individua fra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo”.

Tutto questo non dovrebbe stupirci: il 28 Luglio 2015 è stata approvata la Dichiarazione dei diritti in internet elaborata dalla Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet a seguito della consultazione pubblica, delle audizioni svolte e della riunione della stessa Commissione del 14 luglio 2015. L’obiettivo è senza dubbio quello di garantire a ciascun individuo l’esercizio di una cittadinanza digitale attiva nel rispetto della libertà, della dignità e della diversità di ogni persona.

Internet e le nuove tecnologie digitali possono essere una risorsa per alimentare curiosità, conoscenze e apprendimento. È necessario che adolescenti e adulti ne conoscano caratteristiche e potenzialità, ma anche aspetti negativi. Solo in questo modo potranno difendersi da questi ultimi e utilizzare i loro smartphone e computer in modo positivo e propositivo.