Raccontare la disabilità con la fotografia:
la storia di Mara

Mara fotografata da Guglielmo Antuono primo classificato al concorso Inail InSuperAbile 2021

Il periodo del lockdown e l’improvviso distanziamento sociale hanno rappresentato per molti un momento di riflessione sulle priorità della propria vita. Così è stato per Guglielmo Antuono, il protagonista della Storia di Gentilezza che vi raccontiamo.
Guglielmo Antuono è un fotografo professionista, che nel 2021 ha trovato un nuovo punto di vista per esprimere il suo talento: raccontare la disabilità con la fotografia, una delle tante modalità per dare spazio al suo grande desiderio di cogliere l’anima delle persone in una sequenza di scatti. Ci è riuscito con il reportage “Mara”, il suo primo progetto con il suo nuovo obiettivo, che descrive la quotidianità di una bambina con deficit cerebrali permanenti a seguito di un parto d’urgenza.
Tra enormi difficoltà e anche tante sofferenze, il suo sguardo e il suo sorriso sono un’immensa speranza per il futuro. 

Buona lettura.

 

Partiamo dalle presentazioni: chi è Guglielmo Antuono?
Per iniziare desidero salutare e ringraziare il team di “Comunicazione Gentile”, progetto che apprezzo e che trovo utile ed attuale.
Questa è una domanda alla quale ho dovuto rispondere proprio ultimamente per il mio sito, nel quale ho tracciato un piccolo profilo che qui posso riassumere così: mi chiamo Guglielmo Antuono, in arte IGuAn. Fotografo, filmo, esploro e racconto storie cercandone sempre l’anima.

Poco prima della fine del 2021 hai vinto un premio importante: primo classificato al Concorso INAIL “Scatto InSuperAbile”, categoria Fotoreportage, con il progetto “Mara”. Un premio che arriva al culmine di altri riconoscimenti in concorsi fotografici nazionali ed internazionali. Ci vuoi raccontare qualcosa in più?
Nel 2020 abbiamo vissuto tutti un periodo di pausa e io ne ho approfittato per rivedere e riflettere su alcune priorità. Così ho finalmente deciso di costruirmi uno spazio personale dove poter condividere sia le storie che desidero raccontare sia cineFotografia.it, il progetto di ricerca sul linguaggio fotografico e cinematografico. Quel posto oggi esiste e si chiama www.iguan.it.
Nel 2021 ho deciso anche di confrontarmi in alcuni contest nazionali e internazionali e sono arrivate finali, pubblicazioni, una mostra e, a dicembre 2021,
il primo premio al concorso fotografico dell’INAIL con la storia di “Mara”.

Una foto del progetto Mara primo classificato al concorso Inail InSuperAbile 2021
Mara

Il progetto “Mara” è ciò che ci ha portate a contattarti. Prima ancora di saperti vincitore del premio avevi già toccato le corde dei nostri cuori. Hai contribuito ad accendere i riflettori su un tema tanto importante, come la disabilità, ma soprattutto hai dovuto scegliere quale rappresentazione darne. Oggi più che mai la società si interroga su quale sia il modo giusto per rappresentare la disabilità, sollevando riflessioni tanto sulle immagini quanto sulle parole. Tu da dove sei partito? Come ti sei preparato per affrontare questo argomento?
Grazie, mi fa piacere sapere di esser riuscito ad emozionarvi con questo reportage.  Non ho vissuto altre storie simili e il primo approccio, soprattutto con quell’universo immenso dei suoi meravigliosi occhi, è stato per me destabilizzante e coinvolgente. Da lì il desiderio di spingermi nella storia e scrutarla in profondità. Mi sono aperto quanto più potevo e mi sono lasciato attraversare dalla sua realtà.
Una particolare sintonia con il modo di affrontare questa storia l’ho avvertita con i compagni di Mara, che l’hanno accolta sempre con ascolto, comprensione, sostegno e rispetto
. Tali presupposti rafforzano la mia convinzione che un giorno questi ragazzi e ragazze saranno esseri umani migliori.

Quanto tempo hai impiegato per portare a termine il reportage tra progettazione, fase di scatto, editing e stampa?
Il tutto direi, approssimativamente, un paio di mesi.

È stato difficile far accettare la tua presenza nella quotidianità di Mara e della sua famiglia? Come sei riuscito ad essere partecipe, ma non invadente?
No, assolutamente! Mi sono mosso in punta di piedi e solitamente sono il tipo di persona che riesce a stare facilmente bene con il prossimo. Cristina poi, la mamma di Mara, mi ha facilitato l’esperienza facendomi sentire da subito a casa. Lei è una persona fantastica, dotata di una forza incredibile e permettetemi di approfittare di questo spazio per ringraziare ancora lei, Mara e tutte le persone a loro vicine. 

Mara durante gli esercizi quotidiani fotografata da Guglielmo Antuono
Mara durante gli esercizi quotidiani

La storia di Mara può essere il punto di partenza per tante riflessioni. Una di queste è senza dubbio la presenza di barriere architettoniche nella nostra vita. Cosa è cambiato per te dopo l’incontro con Mara? Ci sono cose che riesci a vedere e che prima sembravano inesistenti?
La storia di Mara mi ha cambiato, ha dato nuovi spunti alla mia sensibilità e mi ha mostrato quale meraviglioso inno alla vita lei rappresenti. Mi ha fatto crescere sia da un punto di vista professionale che umano. Barriere architettoniche? Tanta è ancora la strada da fare perché, anche se alcune buone leggi ci sono, non sempre vengono rispettate. Questa storia dovrebbe renderci ancora più attenti nell’osservare e denunciare le cose che non funzionano.

In una tua bio in rete si legge della tua formazione in campo sociale. Probabilmente questa influenza il modo in cui racconti le storie attraverso la fotografia. Quali competenze deve avere un fotografo come te, quali difficoltà incontra e come le supera?
La formazione in campo sociale, oltre quella specifica del settore, è stata una scelta per comprendere meglio alcune dinamiche umane. Ne percepivo l’utilità per poi raccontare l’essere umano nella sua complessità. Penso a materie come la sociologia, la psicologia, l’antropologia che nel mio percorso, utili lo sono state di sicuro. Le difficoltà tipiche di chi decide di dedicarsi a progetti simili sono per tutti noi più o meno le stesse. Da quelle economiche a quelle organizzative. Infatti, o hai un budget dedicato che ti permette di affrontare le spese e stare relativamente tranquillo oppure devi districarti tra diversi lavori e nel tempo libero, dedicarti ai progetti senza fondi. Questo perché capita di non avere sempre dei “commissionati” e, quindi, dei budget in partenza. Capita che decidi di testa tua di provare a realizzare un progetto per poi tentare di venderlo soltanto dopo ma non è detto tu ci riesca. 

Mara a scuola fotografata da Guglielmo Antuono
Mara a scuola

Storie e racconti favoriscono la conoscenza e l’apprendimento. Quali sono, secondo te, le storie che dovremmo conoscere e che ci aiutano ad essere persone migliori?
Ne abbiamo parlato qui, ora, in questa intervista. Mi sento di consigliare di vivere esperienze simili non solo ai colleghi, ma a tutti coloro che vogliono diventare esseri umani migliori.


Per rimanere in contatto con Guglielmo Antuono, ecco i suoi canali di riferimento:
Sito web: www.iguan.it

Instagram: @iguan.film
Storia di Mara: https://www.iguan.it/2021/09/16/mara/

 

Ti è piaciuto il progetto di Guglielmo Antuono? Ti invitiamo a condividere l’intervista sui tuoi canali social e tra le persone che conosci.
Ci aiuterai a far conoscere il progetto Scuola di Comunicazione Gentile e a porre l’attenzione su tematiche importanti in merito all’inclusione sociale.
Lascia in un commento la tua opinione. Siamo curiosissimi/e di conoscere il tuo parere!

 

La normalità di vivere a contatto con la disabilità: la storia di Raffaella e Giancarla

Per la rubrica Interviste Gentili siamo molto felici di condividere la storia di Giancarla e Raffaella, due sorelle che hanno costruito un rapporto intenso e ricco d’amore, venendosi incontro giorno per giorno.  Abitudini, sguardi, sorrisi e gesti segreti, come un linguaggio in codice, hanno reso la diversità un valore aggiunto nel loro stare insieme.
Raffaella è infatti affetta dalla nascita da Tetraparesi spastica e vive la sua vita in cameretta, circondata dall’affetto dei suoi cari e dagli oggetti ai quali è molto affezionata. La sua malattia non le ha impedito di dare amore alla sua famiglia e i suoi grandi occhi sanno comunicare al mondo che la forza della vita non è in quello che si definisce “normale” per convenzione, ma in quello che noi rendiamo consuetudine. 

Giancarla ci ha colpito proprio per questo: la sua capacità di rendere consueto ciò che al di fuori potrebbe sembrare difficile da sostenere.  Seo Copywriter e Jane Austen addicted, con la sua energia avvolge tutto quello che c’è intorno!

Buona lettura in compagnia di due grandi donne.

 

Partiamo dalle presentazioni: chi è Giancarla Zaino Marciano

Sono una Seo Copywriter. Per lavoro mi occupo di comunicazione aziendale con un focus sui contenuti: mescolando SEO, tecniche di scrittura e amore per le parole ho trovato un ambito del Digital Marketing che mi piace tantissimo e ho deciso di renderlo la mia professione come freelance da circa un anno e mezzo. 

Adesso passiamo a Raffaella: chi è e qual è il suo più grande insegnamento?

Raffaella è la mia sorellina di 25 anni, affetta da Tetraparesi spastica fin da quando è nata. La sua patologia le ha impedito di camminare, di parlare e di udire, ma di certo non di comunicare. Ha affrontato tanti problemi di salute e da circa 10 anni si nutre tramite alimentazione enterale e respira grazie all’ossigeno che le arriva ai polmoni tramite una cannula tracheostomica. Il suo più grande insegnamento è il sorriso anche nei giorni di dolore. Ha affrontato operazioni, malattie e crisi sempre con serenità, senza lamentarsi mai. Giorno dopo giorno, mi ha insegnato che ogni problema può essere affrontato con lo spirito giusto.

Foto di Raffaella
Raffaella

Cos’è per te la normalità?

La normalità è vivere la quotidianità che ho costruito negli anni. Ho girato tanti ospedali e conosciuto tante persone, ognuna con le proprie difficoltà e malattie, e ho capito che il concetto di normalità è molto relativo, quasi un punto di vista. Ciò che è normale per me non è detto che sia normale per te e viceversa. La normalità è accettare una routine e uno stile di vita, accettare le diversità dell’altr*, avere la capacità di vivere giorno per giorno, imparando dal passato e preparandosi al futuro. Perché la normalità è un concetto liquido: ciò che è normale oggi potrebbe non esserlo più domani. 

Il contatto quotidiano con la disabilità cos’ha rappresentato per te?

Rinunce e sacrifici da un lato, perché ho trascorso la mia infanzia, adolescenza e anche parte dell’età adulta basando la mia vita sulle esigenze della famiglia; dall’altro, mi ha reso capace di comprendere e accettare le diversità, proprio perché le ho vissute come normalità. E questo è un valore che mi caratterizza, sia come persona, che come professionista.

Ricordi episodi di discriminazione della disabilità che ti hanno particolarmente colpita?

Fortunatamente non ho vissuto episodi di discriminazione nei confronti di mia sorella, probabilmente perché avendo frequentato soprattutto gli ambienti ospedalieri, il clima è di comprensione e di condivisione. Mi sono rimaste impresse, però, domande curiose di altri bambini che nella loro purezza hanno cercato di capire perché Raffaella era diversa dagli altri e questo non ha nulla di negativo, anzi. Se insegnassimo ai bambini a capire, conoscere e accettare le diversità, avremmo delle future generazioni migliori.

Foto di Raffaella e Giancarla
Raffaella e Giancarla in un abbraccio

Qual è il consiglio che vuoi lasciare?

Parlare della disabilità e della diversità nelle scuole, nelle università e anche nei luoghi di lavoro per creare una cultura della diversità basata su una visione positiva. Potrebbe essere la spinta all’inclusività di cui oggi abbiamo sempre più bisogno. Un altro consiglio sento di darlo ai familiari di persone con disabilità: non vergognatevi mai, ma, piuttosto, siate fieri. Avete l’occasione di vivere un amore e un rapporto unico, quindi fatelo fino in fondo, perché vi lascerà una ricchezza che sarà solo vostra e che potrete condividere nelle vostre relazioni.

 

Per conoscere meglio Giancarla e seguire i suoi progetti potete contattarla qui:
Sito web: https://copyapuntino.it/
Email: giancarlazm@gmail.com
LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/giancarla-zaino-marciano/
Instagram: https://www.instagram.com/copyapuntino/ 

Se questa intervista ti è piaciuta ti invitiamo a condividerla attraverso i tuoi canali social e tra le persone che conosci. Ci aiuterai a diffondere pratiche gentili e ad ostacolare l’hate speech. 

Vuoi dirci la tua? Lascia un commento, non vediamo l’ora di leggerlo!